Trascrizione completa
Autore: Simone Putzolu
Il cambiamento nella vita di ognuno di noi è una costante sempre presente e che non può essere esclusa. Fa parte del processo del vivere il cambiare. Ogni cosa cambia, indipendentemente da come tu interpreti o meno il cambiamento.
Questo computer cambia, il tavolo su cui mi sto appoggiando cambia, la maglietta che indosso cambia, la fotocamera dal quale sto riprendendo cambia e io stesso cambio. Ci sono delle cose che cambiano e si evolvono in tempi più lunghi rispetto ad altri e, alcune cose che si evolvono e cambiano i modi e tempi estremamente repentini.
Se versi dell’acqua dentro un bicchiere, l’acqua presente nel precedente contenitore cambierà forma adattandosi alla forma del bicchiere nel quale verrà successivamente contenuta. Quel cambiamento a livello di conformazione è abbastanza rapido e soprattutto percepibile dai nostri sensi.
Il vedere una montagna da una certa distanza, invece, potrebbe implicare il non necessariamente percepire con la nostra vista e nostri altri sensi il cambiamento, nonostante ciò avvenga.
Se tu mi infatti ti recarsi in quella montagna in un certo periodo dell’anno e poi a distanza di 12 mesi ripercorressi tali sentieri, noteresti, o potresti renderti conto del fatto che ci sono stati dei cambiamenti. Ma la cosa importante del cambiamento o, del cambiare, non è tanto il fatto che questo avvenga o meno, ma piuttosto di come si interpreta il cambiamento.
Infatti posso definire sbagliato o giusto, malevolo o benevolo anche il cambiamento relativo a una montagna. Ma rimane solo, sempre e comunque una mia convinzione, perché la montagna in sé non sta a reputare se quel cambiamento avvenga in positivo e negativo. Semplicemente cambia.
Quindi, è il come ci approcciamo al cambiamento e le convinzioni che abbiamo in merito al cambiamento a determinare il cambiamento stesso. Determinando il modo in cui interpretiamo quel tipo di cosa influenzeremo il modo in cui poi ci muoveremo in essa.
Cambia le tue convinzioni in merito al cambiamento e cambierai il cambiamento stesso.
Le persone che vogliono gestire affrontare il cambiamento, che vogliono imparare a gestire in modo migliore il cambiamento, sono anche quelle che solitamente vogliono cercare di controllare tutto.
Gestire a ogni singolo aspetto della vita, compreso ciò che li circonda.
Se sto camminando per strada, ad esempio, e una tegola da un tetto scivola e mi cade in testa, per quanto possa avere una mentalità protratta ad avere una vita migliore, al far sì che il mio corpo sia super efficiente ecc… Quella tegola, comunque, cadendo sulla mia testa mi fracassera.
C’è poco da fare!
Non tutto è controllabile, se non il modo di rispondere ai vari problemi e alle situazioni che si propongono di fronte a noi. Se avrò i miei sensi abbastanza accesi e reattivi, sarò in grado di rendermi conto (con più probabilità) in un certo modo, in una certa quantità di tempo, attraverso suoni, l’aver alzato lo sguardo prima, essermi reso conto che quel tetto per un qualsiasi tipo di motivo fosse più stabile rispetto ad altri… Potrei in una certa misura interagire in quella situazione, muovendomi, quindi spostando il mio corpo ed evitando quella tegola. Ma starei modificando il mio sistema in base a quello che è la realtà che mi circonda e non viceversa.
Molti pretendono invece che accada il contrario, quando ciò è praticamente impossibile.
È molto più funzionale cambiare noi, adattandoci alle situazioni, piuttosto che cambiare l’ambiente che ci circonda e modificandolo sulla base delle nostre esigenze. Questo perché richiede di gran lunga molto più sforzo.
Per questo mi piace, quando parlo con le persone, fare in modo di assumermi la responsabilità della mia comunicazione, così che possa sempre migliorare e trasmettere il mio messaggio in modo più efficace, diretto e costruttivo, facendo sì che la persona cambi in meglio.
Questo oltretutto, non è solo attinente alla comunicazione, ma viene da me applicato a 360 gradi nella mia vita. Faccio in modo di assumermi la responsabilità assoluta in tutto ciò che svolgo e che faccio. Se qualcosa non va come previsto, piuttosto che dire: “è colpa di questo” o “è colpa dell’altro”, mi chiedo come potrei migliorare il mio atteggiamento per ottenere dei risultati migliori.
Inoltre, devi renderti conto ancora una volta che il tuo comportamento è associato a delle sensazioni specifiche. Devi essere in grado di cambiare le tue sensazioni interne così che tu possa rispondere diversamente a quei comportamenti. Devi imparare a comportarti in modi i diversi, perché se stai facendo sempre la stessa medesima cosa più e più volte, nonostante abbia compreso che non funzioni o che non stia funzionando, stai semplicemente perdendo una grandissima fetta di tempo.
Fare tutto in una volta, specialmente quando si tratta di cambiare o di gestire in modo migliore il cambiamento, non va bene. Lascia che ti faccia un esempio: è come se decidessi di mangiare una mela infilandotela tutta in bocca. Difficilmente, riuscirai ad avere un’estensione tale da consentire di effettuare una certa masticazione, ed è per questo che la mela si mangia a morsi, si mangia a fette, scomponendola in pezzi più piccoli.
Allo stesso modo avviene con un problema, se ti figuri un problema, e immagini di risolverlo tutto in una volta, difficilmente riuscirai ad approcciarti a esso in modo funzionale. Anzi, con buona probabilità ne verresti travolto. Il nostro cervello è in grado di elaborare sette pezzi (più o meno) d’informazioni alla volta. Nel momento in cui tu ne metti 10 o 12, il cervello si stoppa ed entra in pappa.
Le targhe sono composte a cifre di 3 – 4 quattro numeri per volta, perché ricordarle diventa più semplice (oltre alle altre funzioni che ricopre). Devi renderti conto che ci sono delle cose che scomposte fanno in modo che tu possa agire in modo più efficiente, ed è per questo che per me è importante che tu impari a capire come funziona il cambiamento. Perché se tu impari a pianificare scomponendo tutto quello che vuoi raggiungere, in porzioni più piccole, diventi anche in grado di gestirle in modo migliore.
Il fattore priorità è importante specialmente quando si parla di cambiamenti repentini. Ci sono momenti nei quali durante le mie giornate mi capita di settare determinati livelli di priorità in relazione a certe cose che devo svolgere e poi capita un imprevisto…
Il fattore di gestione degli imprevisti, implica il saper cambiare di priorità se necessario.
Se ad esempio capita che sto utilizzando il computer è questo si rompe, piuttosto che stare tre ore incazzato, vado direttamente alla ricerca di una soluzione concreta basandomi su quelle che sono le possibilità che ho.
Se sono aperti i negozi di riparazione, vado a cercare un negozio che ripari computer per farmi spiegare da un esperto cosa potrebbe implicare il sistemarlo, quanto tempo ci potrebbe volere e via dicendo.
Nel momento in cui so che il mio computer non funziona, mi adatto e mi organizzo con un computer di supporto, o un altro dispositivo. Perché se sto facendo questo lavoro, certamente avrò predisposto o dovrò predisporre il mio atteggiamento anche verso possibili imprevisti di questo tipo.
Se non l’hai fatto, il rischio di trovarsi nei guai aumenta. Per questo ti consiglio di avere una certa flessibilità e più piani d’azione. Fai sì che il tuo cervello lavori per creare con te quante più realtà ipotetiche possibili da analizzare, valutando le probabilità di successo in modo realistico.
I fattori stressogeni, sono correlati alla nostra capacità di gestire e affrontare il cambiamento.
Se non sei in grado di resistere a un certo grado di stress e non sei abile nell’utilizzare certe pratiche che facciano decadere quegli stati, riportandoli a uno stato di normalità, difficilmente riuscirai a mantenere una lucidità che ti consenta di analizzare e di sviluppare piani utili se le cose stanno cambiando o devono cambiare.
Renderti conto che ogni momento può essere un nuovo inizio. Quando il vento del cambiamento soffia ci sono persone che costruiscono rifugi, mentre altri, costruiscono mulini a vento